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lunedì 10 ottobre 2011

Nobel per la medicina 2011

Quest’anno a Stoccolma il prestigioso Premio Nobel per la Medicina per l’anno 2011, è stato dato a tre immunologi Bruce Beutler degli Stati Uniti, Jules Hoffmann, nato in Lussemburgo, ma naturalizzato francese, e Ralph Steinman canadese. Si tratta di un premio quanto mai guadagnato, poiché le scoperte dei tre immunologi hanno trasformato totalmente il modo di guardare la medicina moderna


Metà del premio di 1 milione e quattrocentomila euro è andato a Beutler ed Hoffmann per le loro scoperte sul sistema immunitario “innato”, mentre il resto è andato a Steinmann per aver determinato l’esistenza e l’applicazione della cosiddetta immunità “adattiva”, partendo dall’individuazione delle cellule sentinella (dendritiche) del sistema immunitario.

Cerchiamo di spiegare quali sono i tre gradini compiuti dai grandi scienziati nell’ambito del sistema immunitario che è lo strumento, naturale che il nostro organismo ha per difendersi dalle aggressioni delle malattie e dei responsabili

Nel 1996 Hoffmann, studiando alcuni moscerini della frutta, ha individuato per primo come l’organismo riconosce un pericolo ed attiva la risposta immunitaria.Il  meccanismo si innesca  grazie ad alcuni “recettori” i toll-like receptors, che stimolano la memoria storica “innata” del sistema immunitario contro i “nemici”. Beutler ha completato il lavoro ritrovando lo stesso meccanismo nei mammiferi. Il lavoro di Steinman è partito dalla ricerca di un vaccino contro il tumore al pancreas, contro il quale ha personalmente combattuto e per il quale è morto due giorni prima di ricevere il Nobel ,che però gli è stato conferito ugualmente poiché la commissione ha deciso in buona fede non essendo a conoscenza del decesso ( ricordo che non si possono dare Nobel alla memoria). Steinman ha studiato la fase successiva, quella di difesa vera e propria definita adattiva, dell’immunità, ovvero del momento in cui le cellule sentinella, dendritiche, individuano l’agente patogeno, lo comunicano ai linfociti T che a loro volta stimolano l’azione dei linfociti B che poi intervengono contro il nemico. Uno degli strumenti che l’uomo moderno ha adottato per difendersi dalle malattie, è la vaccinazione. Almeno per come la intendiamo oggi è una pratica relativamente recente, anche se ha radici antiche, perché l’immunologia è una branca giovane della biologia. Durante questi anni tanti gli scienziati si sono prodigati nella ricerca e nella diffusione dei vaccini da Edward Anthony Jenner (antivaiolosa), Emil Adolf von Behring insieme al giapponese Shibasaburo Kitasato (antidifterica e antitetanica) Albert Bruce Sabin che creò il vaccino contro la poliomielite e rinunciò a brevettarlo per donarlo a tutta l’umanità.

E’ grazie a queste ultime scoperte fatte dai tre "nuovi" premi Nobel  che l’azione dei vaccini si è evoluta diventando più efficace e con minori effetti collaterali. Ma soprattutto è grazie a queste innovazioni che si è pervenuti al vaccino preventivo contro l’HPV il papilloma virus umano oppure al vaccino terapeutico appena approvato dalla FDA statunitense contro il tumore alla prostata o al farmaco Etanercept usato per il trattamento di malattie a carattere autoimmunitario come artrite reumatoide, il morbo di Crohn, la psoriasi, spondilite anchilosante e di altre forme di infiammazione.

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