fotografia banner tratta da quella di Stefano Petitti

la fotografia del banner è stata modificata rispetto a quella originale per adattarla alle necessità grafiche del sito ma è possibile vedere quella originale di Stefano Petitti nella gallery del sito http://www.nital.it/foto-di-classe/vincitori.php

venerdì 10 dicembre 2010

Marie Curie una donna due Nobel

Nel 2011 ricorrono i 100 anni del conferimento del Nobel per la chimica a Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie. Nata a Varsavia, nel 1867 in seguito naturalizzata francese morì il 4 luglio del 1934 di anemia perniciosa in conseguenza della lunga esposizione alle sostanze radioattive. Questa grande scienziata era già stata insignita del Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel). Marie Curie si laureò in chimica e fisica all'Università della Sorbona di Parigi e fu la prima donna ad insegnare un quella stessa universutà.
 Alla fine del 1800 la scoperta di nuovi tipi di radiazioni prometteva un settore di ricerca interessante: W.Röntgen aveva scoperto i raggi X  e Antoine-Henri Becquerel aveva rilevato radiazioni invisibili, simili ai raggi X, emesse dall'uranio. Marie e suo marito Pierre si concentrarono sullo studio di questo tipo di radiazione. Nel luglio 1898 scoprirono un nuovo elemento chimico che chiamarono Polonio dal nome del paese di origine di Marie. Dopo aver isolato un’altro elemento chimico   il radio Mariene studiò le proprietà e fu lei stessa a coniare il termine "radioattivo" per indicare elementi instabili, il cui nucleo decadeva con emissione di radiazione. Questa scienziata fu la prima a capire che la radioattività era un fenomeno atomico, in contrasto con l’opinione comune che l'atomo fosse la più piccola particella di materia. Con questa intuizione possiamo dire che iniziò l’era della fisica atomica. Dopo la morte del marito avvenuta a seguito di un incidente e dopo ulteriori importanti pubblicazioni la Curie con la figlia Irène, durante la prima guerra mondiale s’impegnò al fronte, assistendo i feriti e approntando le cosiddette "Petit Curie", in pratica automobili attrezzate con apparecchiature a raggi X. Dopo la guerra, la scienziata divenne capo dell’Institut du Radium di Parigi e partecipò alla fondazione dell'Istituto Curie.
La scienziata diresse questo istituto fino al 1932, quando le subentrò la figlia maggiore, Irène Joliot-Curie che vinse anch'essa un premio Nobel per la chimica nel 1935 l'anno successivo la morte della madre. (L’Institut Curie esiste ancora oggi ed è un'importante istituzione scientifica per la ricerca sul cancro). E’ una delle poche donne per le quali sia stata coniata una moneta, una delle circa 30 donne premiate con il Nobel e oltre a lei soltanto Linus Pauling, unica eccezione, ha ricevuto due premi Nobel in due campi differenti.

giovedì 21 ottobre 2010

Biodiversita': facciamo i conti!

Dal 18 al 29 ottobre 2010 a Nagoya (Giappone) c'è la Conferenza delle Nazioni Unite sulla diversità biologica.
 I rappresentanti dei 192 stati che aderiscono alla Convention on Biologica Diversity si stanno confrontando per trovare un accordo comune su 20 mete riconducibili a tre obiettivi fondamentali. Il fine è quello di realizzare, nel prossimo decennio, un rallentamento se non un vero e proprio blocco della continua diminuzione di biodiversità sulla terra. Tali obiettivi possono essere riassunti in questo modo.


1. Definire un piano d’azione per i prossimi 10 anni (la prossima conferenza sul tema ci sarà nel 2020).

2. Stabilire le fonti e l’entità dei finanziamenti.

3. Concretizzare un protocollo per un’equa spartizione delle risorse naturali.

Ryu Matsumoto, ministro dell’Ambiente giapponese, ha ricordato che gli obbiettivi proposti dalla Conferenza nel 2002 per il 2010 non sono stati raggiunti e che il tasso di estinzione delle specie oggi sta avvenendo 1000 volte più velocemente del tasso naturale.

Poiché le difficoltà negli accordi sono legate principalmente ad interessi di tipo economico, a Nagoya sarà presentato un nuovo meccanismo di compensazione del danno alla biodiversità. Questa iniziativa è del Bbop, Business and Biodiversity Offsets Program, e si basa su un sistema dove le compagnie private dovranno "compensare"  la perdita di biodiversità in un’area attraverso lo sviluppo di investimenti nella tutela della diversità biologica in altre aree. Questo principio di compensazione per il danno alla biodiversità sarà incorporato nei criteri di prestito di istituti come International Finance Corp, un’organizzazione della World Bank coinvolgendo così anche il mondo finanziario.
Il valore monetario della natura è ben sottolineato da una relazione : 'The Economics of Ecosystems and Biodiversity' (Teeb) ; questo è il nome del rapporto presentato alla conferenza ONU in cui vengono riportati alcuni esempi di come la natura sia alla base delle attività umane. Per fare un esempio in Australia sono stati piantati 400.000 alberi per normalizzare il microclima, far calare l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria a livello urbano, abbattendo i costi energetici derivanti dal condizionamento dell’aria dell’incremento di CO2. I benefici prodotti ammonterebbero a una cifra tra i 20 ed i 67 milioni di dollari per il periodo
2008-2012.
Anche le barriere coralline sono state monetizzate e sebbene coprano solo l’1.2% delle aree marine porterebbero all’uomo un valore stimato tra 30 ed i 172 miliardi di dollari infatti circa 30 milioni di persone nelle comunità costiere ed insulari dipendono dalle risorse che provengono dalle barriere coralline Altro esempio di organismi di “valore” è rappresentato dagli insetti impollinatori il cui lavoro nelle coltivazioni di tutto il mondo varrebbe fino a 214 miliardi di dollari.

Il responsabile dello studio TEEB, Pavan Sukhdev, ha affermato: “Sebbene gli ecosistemi e la biodiversità abbiano un enorme valore economico per la società, questo non è percepito e tale mancanza di visibilità economica è una delle cause principali della loro allarmante perdita. La dotazione di risorse naturali, o patrimonio naturale, è altrettanto importante delle risorse create dall’uomo, cioè il patrimonio materiale. Riconoscere e rimunerare il valore dei benefici che la società trae dal capitale naturale deve diventare una priorità politica”

.Un punto di vista nuovo che se da una parte può indurre qualche perplessità contiene certamente un fondo essenziale di veridicità e guarda al problema da un angolazione diversa. In pratica l’idea è quella di spostare l’attenzione dei politici e del mondo economico e finanziario su quello che oggi pare muovere ogni cosa ...il buon senso ? no il portafoglio!

venerdì 1 ottobre 2010

Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down

Domenica 10 ottobre, sarà la Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down, organizzata dal CoorDown - Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down Onlus sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.


Ci saranno oltre 200 punti di incontro on piazze e centri commerciali sparsi in tutta l’Italia dove decine di volontari distribuiranno materiale informativo sulla sindrome di Down e offriranno una tavoletta/messaggio di cioccolato (realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale) in cambio di un contributo per aiutare i progetti delle 80 associazioni che fanno riferimento al CoorDown.

L’obiettivo focalizzato quest’anno è quello dell’integrazione scolastica degli alunni con sindrome di Down, infatti, l’ informazione pubblicitaria, che vede come sponsor di eccezione Veronica Pivetti recita questo messaggio:

quando la scuola è senza barriere

quando la scuola aiuta a crescere

quando la scuola ha le competenze e i sostegni necessari

anche per gli alunni con la sindrome di Down

allora sì che la scuola è completa!

Questa giornata Nazionale intense sensibilizzare l’opinione pubblica per produrre una nuova cultura che superi luoghi comuni che ancora accostano le persone con sindrome di Down. Oggi infatti sono molte le persone con sindrome di Down inserite attivamente nella società : persone che lavorano, guidano, studiano, guidano e vivono autonomamente. Attualmente in Italia 1 bambino su 1000 nasce con questa condizione.

La sindrome di Down è una condizione genetica tale per cui chi ne è portatore presenta un cromosoma in più, nel nucleo delle cellule di queste persone invece dei normali 46 cromosomi ne sono presenti 47, vi è cioè un cromosoma n. 21 in più. Per questo motivo la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21. Nel 98% dei casi la sindrome di Down non è ereditaria. Esistono tre tipi di anomalie cromosomiche nella sindrome di Down che hanno però lo stesso effetto:

1. la Trisomia 21 libera completa (95% dei casi) in tutte le cellule dell’organismo vi sono tre cromosomi 21 invece di due.

 
2. la Trisomia 21 libera in mosaicismo (2% dei casi) nell’organismo della persona con la sindrome sono presenti sia cellule normali con 46 cromosomi sia cellule con 47 cromosomi.

3. la Trisomia 21 da traslocazione (3% dei casi) unico tipo di Trisomia che può essere ereditaria.

Età Materna Incidenza

inferiore a 30 anni 1 su 500

30 - 34 anni 1 su 580

35 - 39 anni 1 su 280

40 - 44 anni 1 su 70

oltre 45 anni 1 su 38

La conseguenza di questa alterazione cromosomica è una forma di disabilità caratterizzata da un variabile grado di ritardo nello sviluppo mentale, fisico e motorio.
Non sono state individuate le cause esatte che chiariscano l’insorgenza della sindrome di Down sono ancora sconosciute, tuttavia svariate indagini hanno comunque messo in evidenza che il rischio aumenta con l’aumentare dell’età materna:
Anche se il rischio sale con l’avanzare dell’età materna, questo non elimina la possibilità che nascano bambini con sindrome di Down anche da donne giovani, ma una donna più anziana ha maggiori probabilità. L’altro fattore di rischio dimostrato è avere avuto un precedente figlio con la sindrome di Down. La sindrome di Down può essere diagnosticata anche prima della nascita intorno alla 16° - 18° settimana di gestazione con l’amniocentesi o tra la 12° e la 13° settimana con la villocentesi. Alcune indicazioni utili possono venire anche dal Tri-test che è un esame del sangue materno eseguito tra la 15° e la 20° settimana di età gestazionale per dosare tre sostanze particolari.
La sindrome di Down deve il suo nome al medico britannico John Langdon Down (Torpoint, 18 novembre 1828 – Normansfield, Hampton Wick, Inghilterra, 7 ottobre 1896) Down,  all'età di 18 anni si recò a Londra per studiare medicina , ottenuta la laurea  i suoi sforzi si indirizzarono nel classificare la  malattia I suoi risultati sono stati basati su misurazioni del diametro della testa e del palato dei pazienti nochè con altre osservazioni supportate dall'uso delle fotografie. Egli fu un pionere delle fotografie cliniche nella storia della medicina. Fondò una casa di cura in Normansfield che oggi ha una fama internazionale e solo recentemente l'importanza di questo gentilissimo medico è stata riconosciuta a livello mondiale.
Nel 1961 un gruppo di genetisti scrisse al Lancet proponendo quattro termini per la descrizione della  malattia e l'editore scelse il nome "Sindrome di Down". L'OMS più tardi l'approvò.






lunedì 30 agosto 2010

2011 Anno Internazionale della Chimica


L’assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2011 "Anno Internazionale della Chimica", l’iniziativa vuole celebrare il ruolo importantissimo che questa disciplina scientifica svolge nella soluzione di molti problemi che tormentano il Pianeta.


La cerimonia di apertura si terrà a Parigi il 27/28 Gennaio 2011, la gestione dell’evento è stata affidata all’UNESCO e all’Unione Internazionale della Chimica Pura ed Applicata. (IUPAC): il tema scelto sarà: "Chemistry: our life, our future".

E’ stata l’Etiopia a proporre la risoluzione con cui si chiedeva l’istituzione dell’Anno celebrativo delle conquiste della chimica e del suo contributo al benessere dell’umanità. Il professor Jung-Il Jin, presidente IUPAC ha dichiarato “Speriamo di accrescere la comprensione e l’apprezzamento per la chimica, aumentare l’interesse dei giovani per la scienza, e generare entusiasmo per il futuro della chimica”. Mentre il direttore generale dell’UNESCO, Koichiro Matsuura ha detto “Accrescere la consapevolezza sulla chimica è ancora più importante se pensiamo alla sfida rappresentata dallo sviluppo sostenibile. È sicuro che la chimica giocherà un ruolo importante nello sviluppo di fonti alternative di energia e nel provvedere al sostentamento della popolazione mondiale”

Nell’anno 2011, ricorrerà anche il centesimo anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel per la chimica a Maria Sklodowska Curie e ciò fornirà anche un’opportunità per celebrare il contributo delle donne alla scienza.

Questa affascinante branca della scienza il cui nome deriva dalla parola alchimia, sembra magica, tante sono le applicazioni e le connessioni con i vari aspetti del nostro universo essa infatti è basilare per comprendere struttura e funzionamento del mondo. La chimica è stata ingiustamente criminalizzata e il termine è stato usato come sinonimo di artificiale, non salutare, inquinante, mentre in realtà sono proprio le reazioni chimiche e le interazioni tra atomi e molecole che permettono l’esistenza degli esseri viventi e del loro ambiente quello vicino così come quello lontanissimo da noi. Le reazioni chimiche sono fondamentali per la produzione di cibo, farmaci, carburante, e innumerevoli manufatti e prodotti.

Il linguaggio della chimica sembra magico con i suoi simboli e segni, che appaiono spesso incomprensibili ai più ma che celano una grande poesia e un linguaggio universale con il quale si abbattono barriere geografiche, etniche e temporali per cui se si impara a conoscerlo senza farsi fermare da preconcette difficoltà di comprensione potrà svelarci un mondo di tesori.

Tante sono le iniziative che si snoderanno lungo il 2011 in varie parti del mondo dal Sud Africa agli USA, Canada, Spagna, Olanda, Messico, India, Bosnia, Repubblica Ceca, Svizzera, Porto Rico, Tailandia e Belgio.

Oggi come nel futuro la chimica svolge un ruolo insostituibile nella ricerca di e sviluppo di fonti alternative di energia e nella produzione di fonti di sostentamento e di cura per la popolazione mondiale. Queste celebrazioni forniranno una bella occasione per celebrare la chimica e il suo contributo fondamentale alla conoscenza, alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo economico.

venerdì 23 luglio 2010

Un fiocco rosa e uno azzurro!

E’ nata domenica una piccola femmina del peso di 11,6 Kg. La nuova nata ha già 4 tra fratelli e sorelle tutti nati a Genova


Di cosa parliamo?
Di un cucciolo di foca nata all’Acquario di Genova domenica scorsa alle 5 del mattino Il parto si è svolto in modo naturale, fuori dall'acqua e senza necessità di intervento. L'allattamento, che è iniziato il giorno stesso della nascita durante la notte, prosegue quotidianamente ogni ora e continuerà per una trentina di giorni, passati i quali la piccola avrà raddoppiato il suo peso. Al momento mamma Tethy e la sua piccola sono ospitati in una speciale nursery e sono costantemente monitorati dagli zoologi dell’acquario.

La foca comune (Phoca vitulina) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei Phocidae. Lunga 160-200 cm, raggiunge il peso di 75 kg. Il pelo è formato da peli setolosi rigidi e lucenti, sotto i quali si stende un’incerta lanugine, è di colore prevalentemente grigio con macchie o nerastre sul dorso. La testa è decisamente tonda il muso è corto, dal labbro superiore si dipartono dei mustacchi di dure setole un po' ondulati. Gli occhi sono grandi, scuri e brillanti.

La piccola foca già poco dopo la nascita è in grado di nuotare ed immergersi senza essere spinta o esortata dalla madre entra subito nell'umido elemento con cui prende istantaneamente confidenza e dove la segue la madre che è solerte e protettiva. http://www.acquariodigenova.it/

Un fiocco azzurro al Bioparco di Roma. Il 9 Luglio Wendy e Chucky hanno avuto il loro cucciolo un maschio di zebra di Grant, il cucciolo che pesa circa 30 chili già poche ore dopo la nascita era in piedi ed accudito dalla mamma che non lo perde mai di vista.



Il cucciolo non ha ancora un nome e il Bioparco invita tutti i bambini a presentare proposte, inviando una mail all'indirizzo: babyzebra@bioparco.it. che saranno selezionate dallo staff zoologico. Fra tutte le proposte pervenute, lo staff zoologico sceglierà il nome più originale che verrà comunicato sul sito http://www.bioparco.it/

Le zebre sono dei Mammiferi Perissodattili appartenenti, come il cavallo, alla famiglia degli Equidi. La zebra di Grant - Equus burchellii boehmi vive nelle savane dell’Africa sudorientale è un animale sociale organizzato in mandrie composte da branchi familiari (maschio, femmine, giovani) di circa dieci individui. Le zebre sono animali erbivori, che si nutrono di oltre 50 specie di erbe diverse, migrando da un pascolo all’altro seguendo le piogge.

martedì 22 giugno 2010

Parco marino transfrontaliero delle Bocche di Bonifacio




In occasione dell’Anno internazionale per la biodiversita', Italia e Francia hanno siglato l'accordo per intraprendere l'iter di costituzione di una nuova area protetta: il Parco marino transfrontaliero delle Bocche di Bonifacio. I ministri dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo e Jean Louis Borloo, si sono impegnati a creare un gruppo europeo di cooperazione territoriale tra il Parco nazionale dell'Arcipelago della Maddalena e la riserva naturale delle Bocche di Bonifacio, che compongono le due aree principali del nuovo Parco marino. Vediamo una piccola scheda :



- PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO LA MADDALENA: posto nella parte settentrionale della Sardegna, presenta un centro abitato nell'isola principale di La Maddalena, in altre  isole vi sono solo poche abitazioni ed alcune di esse sono occupate solo in estate a Caprera e Santa Maria. La natura è invece incontrastata a Spargi, Budelli, Razzoli, Spargiotto, Barrettini, Mortorio e Nibani. L'Arcipelago, formato da oltre 60 isole e isolotti, rappresenta uno degli ambienti più spettacolari del mondo. Il Parco si estende su una superficie - tra terra e mare - di 18.000 ettari (5.038 ettari di superficie terrestre e 13mila ettari di superficie marina), con 221 chilometri di coste



- RISERVA NATURALE DELLE BOCCHE DI BONIFACIO: costituisce, dal lato francese, la parte principale della nuova area protetta, fra Corsica e Sardegna è situata sul margine meridionale della Corsica, ha un perimetro di 80mila ettari e si affaccia sul Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena. La Riserva, conserva ambienti costieri e paesaggi eccezionali: le isole di Lavezzi, le Cerbicali, i Monaci, le falesie di Bonifacio, la penisola di Bruzzi, gli stagni di Ventilegne, includendo pregiate specie animali e vegetali .

Il parco marino transfrontaliero nascerà nello Stretto delle Bocche di Bonifacio cioè il braccio di mare tra la Sardegna (capo Testa e Punta Falcone) e la Corsica (capo Pertusato), Nel progetto del nuovo Parco transfrontaliero c'e' anche la riserva naturale delle Tre Padule de Suartone, l'ultima nata in Corsica per preservare un habitat originale e per questo di rilevanza internazionale, costituito da zone umide, vere e proprie riserve di biodiversita' che ospitano specie minacciate, endemiche o rare.

Nel testo è stato inserito anche un punto che stabilisce, d'intesa con l'Organizzazione marittima internazionale (OMI), il divieto incondizionato di transitare in questo specchio di mare per le imbarcazioni che contengono sostanze pericolose.

Una delle minacce per questa area, infatti, e' quella dell'inquinamento provocato dalle navi, un problema al centro del progetto ''Sos Bocche di Bonifacio'' che è partito l'anno scorso e mira ad attuare un monitoraggio più efficace della circolazione marina, in modo tale da facilitare e velocizzare la pianificazione e il coordinamento delle operazioni d’intervento in caso d’inquinamento marino. Lo stretto è attraversato ogni anno da migliaia di navi, comprese quelle che trasportano carichi pericolosi ed inquinanti, tra le quali alcune troppo vecchie o non dotate del doppio scafo o di una tecnologia equivalente. Se si aggiunge che la navigazione in quest’area è resa difficile dalla conformazione delle coste e dei fondali, oltre che dalla presenza costante di venti di maestrale e ponente, è ragionevole considerare quest’area ''altamente vulnerabile. Così non resta che manifestare la soddisfazione per un’iniziativa rivolta alla salvaguardia del nostro mare e dei suoi abitanti.

domenica 30 maggio 2010

Jacques-Yves Cousteau

Dopo l'istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima. Jacques-Yves Cousteau
Il prossimo 11 Giugno ricorrono i 100 anni dalla nascita Jacques-Yves Cousteau un mito nel campo della comunicazione scientifica e non solo. Grazie ai suoi viaggi a bordo della Calipso, dei suoi documentari e reportage da tutte le parti del mondo Cousteau ha educato tutta una generazione di persone che oggi hanno tra i 35 e i 70 anni, “portandoli in giro”, attraverso le sue riprese, per oceani e fondali abissali facendo conoscere loro le meraviglie del mondo sommerso e le innovazioni tecnologiche utili per esplorarlo. Il grande oceanografo francese realizzò molti libri e film, uno dei quali, Il mondo del silenzio, nel 1956 vinse il primo premio al festival di Cannes.


Fu un grande amante della natura in particolare di quella marina il suo impegno oltre ad essere stato prezioso per l’inventiva dimostrata, le battaglie ecologiche sostenute, le posizioni di rispetto per il pianeta e per le generazioni future è stato fantastico per aver introdotto un modo di comunicare la scienza che era nello stesso tempo appassionante e rigoroso sul piano scientifico.

Il suo approccio documentaristico, che inizialmente gli costò le immancabili critiche che riceve chi ha idee nuove, ha invece diffuso in modo affascinante semplice ed efficace una quantità di informazioni, idee, concetti e immagini meravigliose che ancora oggi nella memoria di chi scrive restano indelebili e affascinanti.

Breve Biografia

Cousteau ebbe una vita decisamente avventurosa partecipò alla seconda guerra mondiale come spia e in quello stesso periodo insieme ad Emile Gagnan inventò l'Aqua-lung, in pratica il primo erogatore con bombole che ebbe una diffusione mondiale, infatti, il famoso erogatore monostadio Cousteau-Gagnan "Royal Mistral" diventerà negli anni a seguire il prezioso strumento che consentirà l’esplorazione del mondo sommerso a migliaia di appassionati.

Nominato presidente delle Campagne Oceanografiche Francesi, nel 1950 dal milionario irlandese T. L. Guinness, Cousteau ricevette in affitto per il prezzo simbolico di un franco francese l'anno, un cacciamine che egli ristrutturò e convertì in nave da ricerca e base di supporto per compiti oceanografici ribattezzandolo con il nome di "Calypso", Nel 1963, insieme a Jean de Wouters, Cousteau sviluppò una macchina fotografica subacquea chiamata "Calypso-Phot", che in seguito fu brevettata dalla Nikon diventando la "Calypso-Nikkor" e quindi la "Nikonos"E’ invece con J. Mollard che creò l'SP-350, un sottomarino biposto che arrivò a poter toccare i 500 m profondità Cousteau realizzò a un Gruppo di Ricerca Sottomarina a Tolone, fu il capo del Conshelf Saturation Dive Program (sperimentazioni di immersione a lunga durata, le prime colonie sottomarine abitate) e fu uno dei pochi stranieri ad essere ammesso nella National Academy of Sciences.

Dopo essere stato nominato presidente della Confederation Mondiale des Activitè Sous Marine, Cousteau si rese conto che la sua ideologia si scontrava con le iniziative della confederazione che era molto legata all’attività ludica agonistica delle gare di pesca subacquea, perciò entrò in conflitto con il CMAS chiedendo tanto insistentemente quanto vanamente che tale attività fosse bandita dallo statuto tanto che nel 1973 Cousteau rassegnò le dimissioni e non ebbe più avere niente a che fare con la Confederazione.

Cousteau fu anche un accanito contestatore sugli esperimenti nucleari in generale e nel 1974 creò la Cousteau Society per la protezione della vita oceanica, che oggi conta più di 300.000 membri Nel 1977, assieme a Peter Scott, ricevette il premio internazionale per l'ambiente dell'ONU e nel1985 gli è stata conferita dal presidente R. Regan la Presidential Medal of Freedom tra le più prestigiose onorificenze statunitensi. Nel 1992divenne Presidente del Consiglio per i Diritti delle Generazioni Future ed ha proposto la Carta dei Diritti delle Generazioni Future approvata nel 1991 dall'UNESCO che ha raccolto, attualmente, adesioni in più di 100 Paesi.

Jacques Cousteau è morto il 25 giugno 1997 .

lunedì 10 maggio 2010

Una “mela” nello spazio

Una sezione del celebre melo che, lasciando andare  il suo frutto, diede a Newton l’idea del chiedersi il perchè la mela cadesse, aiutandolo a scoprire la legge di gravità sarà lanciato in orbita. La sezione del melo sara' a bordo della navetta Atlantis per la missione STS-132 della Nasa verso la Stazione Spaziale Internazionale. Il taglio originale del legno e' custodito negli archivi della Royal Society di Londra. Di cui per l’appunto si festeggiano i 350 dalla fondazione avvenuta nel 1660..


La celebre società scientifica inglese di cui Newton divenne presidente nel 1703, ha reso , per la prima volta disponibile una biografia scritta da una amico di Newton che conferma almeno nelle linee generali il famoso aneddoto . Quale?

Si racconta che durante un riposino sotto un ombroso melo sir Isac Newton fosse stato svegliato bruscamente da una mela che gli cadde sulla testa. Ma non tutti i mali vengono per nuocere infatti questo “incidente” fece si che in Newton scaturisse la domanda “perchè la mela cade sempre verso il basso e non di lato o verso l’alto?” ...il resto è storia. Newton elaborò la teoria della gravitazione universale: "Due corpi, rispettivamente di massa m1 ed m2, si attraggono con una forza di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle masse ed inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa. Tale forza ha la direzione parallela alla retta congiungente i baricentri dei corpi considerati."

Certamente le cose non andarono proprio così la mela probabilmente non cadde esattamente sulla testa dello scienziato , ma nel manoscritto della sua biografia si fa riferimento al fatto che egli si trovasse nel giardino della sua casa di Woolsthorpe Manor, quando la caduta della mele suscitò in lui un certo “interesse” e pare lo abbia raccontato lo stesso Newton al suo biografo.
Peraltro Newton si occupò di moltissime altre questioni scientifiche e non, che vanno dagli studi matematici  alla zigrinatura delle monete da lui inventata per evitare la limatura delle stesse  e resta senz'altro uno dei geni più famosi ed ecclettici della storia della scienza.

Per saperne di più potete andare al link
http://royalsociety.org/turning-the-pages/

domenica 25 aprile 2010

8 Maggio Giornata mondiale della talassemia

L'8 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata della Talassemia, malattia ereditaria che in Italia colpisce circa 7.000 persone. Nonostante i numerosi progressi nella cura, la guarigione definitiva da questa malattia resta ancora un problema non risolto se si esclude il trapianto di midollo osseo. Venerdì 7 maggio alle ore 11.00 in Campidoglio si svolgerà una conferenza stampa durante la quale alcuni esperti di talassemia discuteranno delle novità della diagnosi e della cura, della ricerca, delle prospettive di guarigione aperte dalla terapia genica.


Il termine Talassemia (anemia mediterranea) indica un gruppo molteplice di anemie ereditarie, causate da un’alterazione dei geni che regolano la produzione dell’emoglobina.

L’emoglobina è una proteina, contenuta nei globuli rossi, la cui funzione è di trasportare l’ossigeno alle cellule del corpo e di rimuovere l’anidride carbonica.

Nella talassemia la mancata produzione di emoglobina normale determina una precoce distruzione dei globuli rossi. In Italia la forma di talassemia più frequente è la beta-talassemia, alcune delle regioni più colpite sono la Sicilia, la Sardegna, l’Emilia Romagna e la Puglia. Tuttavia questa malattia è diffusa in tutto il mondo, e in alcune aree coinvolge più del 20% della popolazione.

La talassemia fu descritta per la prima volta intorno agli anni venti. in America dove in bambini d’origine italiana, si reperiva un'affezione caratterizzata da anemia ed un ingrossamento del fegato e milza questa fu chiamata Morbo di Cooley o Talassemia o Anemia Mediterranea. Circa 25 anni dopo in Italia lo studio di numerose famiglie di malati di morbo di Cooley, portò ad un chiarimento delle dinamiche malattie.
La Talassemia è espressione della condizione omozigote cioè un individuo che ha su entrambi i geni (quello sul cromosoma che gli proviene dal padre e quello sul cromosoma che gli proviene dalla madre )la variazione che porta alla formazione di un’emoglobina non corretta sul piano morfologico e quindi funzionale, mentre il microcitemico sano è il portatore eterozigote cioè un individuo che presenta l’anomalia su un solo cromosoma mentre l’altro funziona correttamente.

Nel tempo e attraverso varie fasi, il decorso della patologia e la sopravvivenza dei malati sono cambiate e, oggi, la terapia della talassemia è volta a mantenere livelli dell’emoglobina pre-trasfusionale non inferiori a 9,5 g/dl, sottoponendo il paziente a periodiche trasfusioni di emazie concentrate. Il trattamento chelante per ridurre l’accumulo di ferro, che altrimenti diventerebbe letale, può essere attuato attraverso la somministrazione di farmaci chelanti per via sottocutanea o per via orale.

Con l’allungamento della sopravvivenza, i malati possono presentare la comparsa di complicanze legate al sovraccarico di ferro, quali il rallentamento della crescita, il deficit dell'ormone della crescita, l'ipotiroidismo, il diabete, l'osteoporosi, l'alterazione della funzionalità polmonare e la complicanza più importante, lo scompenso cardiaco.

L’unica cura risolutiva al momento è il trapianto di midollo osseo che è possibile solo se si trova un donatore compatibile, questo può essere ricercato tra i famigliari o in un albo o banca dei donatori di midollo osseo di cui si occupa l’ADMO. Nel futuro si spera nella terapia genica con inerenti diretti sul patrimonio genetico impiegando cellule staminali corrette.

venerdì 16 aprile 2010

Giornata mondiale della Terra

La Giornata mondiale della Terra, fondata, dal senatore americano Gaylord Nelson fu fatta a livello internazionale per la prima volta il 22 aprile 1970, per mettere in risalto il bisogno della conservazione delle risorse naturali del Pianeta.


Le Nazioni Unite celebrano ogni anno questa festa il 22 aprile ed oggi questo evento è riconosciuto da ben 175 nazioni ed è celebrato da circa mezzo miliardo di persone. I gruppi ecologisti puntano su questa giornata per richiamare le coscienze a valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili.

In concomitanza con il 40° anniversario della Giornata della Terra dell'Earth Day 2010, si svolgerà il 22 aprile, a Roma, all'interno del Circo Massimo, il concerto di Pino Daniele e dei Morcheeba.
 In contemporanea  New York promuove la campagna "E", un progetto che da l'opportunità a tutti di esprimersi su quanto ognuno di noi stia impegnando a sostegno della salute della Terra. Il supporto può essere espresso in molte forme, dal risparmio energetico al compostaggio, dal piantare un albero all’utilizzo di alimenti stagionali biologici e locali, dal riciclaggio all'installazione all’uso di fonti energetiche non inquinanti come i pannelli solari. "Be the E" è un esortazione all'azione che richiama il pensiero di Gandhi di "essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." quindi artefici e non solo spettatori della nostra vita.

New York promuove  una serie di appuntamenti che si svolgeranno dal 19 al 25 Aprile a Grand Central, dalle 10:00 alle 20:00. Per una settimana si comunicherà e confronterà sulla tutela del Pianeta Terra con foto, immagini, contributi artistici da Andy Warhol a Roy Lichtenstein e tanti altri.

Sky il 22 aprile festeggia il 40° anniversario dell’Earth Day, presentando alle 21.55 The Fast Continent, film documentario canadese che racconta del gruppo,guidato dal biologo e cineasta Jean Lemire e da altri scienziati, esploratori, cineasti che, a bordo di un veliero, navigano lungo i ghiacci per studiare da vicino gli effetti del surriscaldamento del clima.
Queste solo solo alcune iniziative di una mobilitazione  molto più ampia che ci abbraccia tutti come coabitanti di una stessa terra che collaborano per preservala per se stessi e per le generazioni future.

mercoledì 24 marzo 2010

'L'Ora della Terra'

Sabato 27 Marzo moltissime città e monumenti appartenenti a circa 120 Paesi si spegneranno prossimo per un'ora per sollecitare l'attenzione sui problemi del clima legandoli all’utilizzo dell'energia sostenibile, e sugli stili di vita dei cittadini. Si tratta di un evento mondiale organizzato dal WWF che anche quest'anno registra una grande partecipazione, comprovando - sottolinea l'associazione - ''come l'umanità' sia determinata a ottenere un mondo che riduca drasticamente le emissioni di CO2, alla base del riscaldamento globale e chiedere uno sforzo straordinario e collettivo per vincere la più grande sfida ambientale del nostro tempo''.


Secondo il Wwf, se gli oltre 20 milioni di abitazioni esistenti in Italia fossero messe in efficienza, si potrebbe risparmiare in atmosfera la CO2 emessa da oltre 16 milioni di auto (metà del parco auto nazionale). L'inefficienza energetica nazionale è infatti calcolata al 55%: In Italia, precisa l'associazione, il 30% della spesa energetica dipende dalle nostre case. ''Questi consumi possono essere drasticamente ridotti - ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - Spegnere la luce per un'ora in occasione dell'Ora della Terra e' un gesto simbolico, ma e' un'occasione per pensare quanto possiamo fare'' Anche per l’edizione Earth Hour 2010, molteplici aziende hanno deciso di aderire all’evento di punta del WWF sul tema dei cambiamenti climatici, Attueranno questo intervento in diversi modi che prevedono lo spegnimento delle sedi e il coinvolgimento di dipendenti, clienti e fornitori.

Dal sito del WWF è possibile conoscere alcuni dei monumenti che si spegneranno nel mondo ecco alcuni esempi

Spenti per un’ora alle 20.30 locali 4 degli edifici più alti del mondo: il più alto in assoluto, il Burj Khalifa di Dubai (di 800 metri) insieme al Taipei 101 m a Taiwan, la CN Tower di Toronto, il Willis/Sears di Chicago. E poi il Table Mountain a Cape Town, il Gran Palace di Bangkok, la Tokyo Tower, la Porta di Brandeburgo di Berlino. Per la prima volta si spegneranno la Città proibita di Pechino, il Ponte sul Bosforo, l’Angelo dell’Indipendenza in Messico. Negli Stati Uniti, il Golden Gate, l’Empire State Building, il Monte Rushmore e persino le luci di Las Vegas. Anche alcune delle maggiori metropoli del mondo saranno al buio per un’ora, sottolineando il proprio impegno per lo sviluppo sostenibile.

A Londra si attenueranno le luci del London Eye, così come il grande pannello luminoso della Coca Cola a Piccadilly Circus. Hiroshima sarà la prima città giapponese che mostrerà il proprio impegno nella lotta ai cambiamenti climatici spegnendo le luci del Peace Memorial. A Roma la Fontana di Trevi, a Firenze Palazzo Vecchio, a Milano il Castello Sforzesco, in Sardegna La Maddalena e Cagliari.
Foto www.maidiregaf.it/sfondi/sfondi.html

mercoledì 10 marzo 2010

Ricostruita la composizione chimica degli oceani primordiali

I ricercatori ultimamente hanno concentrato i loro studi sulla formazione Doushantuo nel Sud della Cina. Oggi, la notizia è dei primi di marzo, l'analisi delle rocce ha permesso agli scienziati di ricostruire la composizione chimica degli oceani nel periodo Ediacarano (tra 635 e 551 milioni di anni fa). Questa prima ricostruzione della composizione degli oceani primitivi aiuterà a capire l'inizio dell'evoluzione a partire dagli organismi unicellulari. Essa rappresenta un nuovo tassello per completare il puzzle dell’evoluzione.
Le prime informazioni sulla presenza di fossili nella Doushantuo formation in Cina risalgono al 1998 quando  Xiao descrisse la presenza di alghe con la struttura cellulare conservata in modo tridimensionale e  con embrioni in fase di scissione estremamente ben conservati
I depositi fosfatici che contraddistinguono questa formazione si allargano su una superficie di circa 52 Km quadrati,  nella regione centrale di Guizhou. Essi, pertanto, costituiscono una vasta raccolta di .materiale di studio utile a comprendere l'evoluzione della vita partendo dai suoi stadi piu' antichi . Nella Nantuo formation, formazione geologica creatasi in un ambiente di tipo post-glaciale; si rinvengono dropstones, tilliti e ciottoli i quali mostrano i caratteristici segni collegabili ad un’erosione glaciale.

Anche lungo le pareti delle gole dello Yangtze si rinvengono  importanti indizi quali successioni di rocce fosfatiche e carbonatiche che si sono accumulate durante due cicli di innalzamento ed abbassamento del livello marino. I test indicano che l'ambiente di deposizione era caratterizzato da un'alta salinità, come si puo' trovare ad esempio in lagune, con bassa concentrazione di ossigeno e basso tasso di sedimentazione.
Nella formazione di Doushantuo, si rinvengono oltre alle frequenti colonie di cianobatteri, anche microfossili che hanno reso famosa questa formazione. Si tratta di organismi essenzialmente sferoidali di dimensioni in genere inferiori ai 600µm, con fregi molto complessi come spine, nodi, escrescenze diverse.

Il rinvenimento più significativo però é stato quello di cellule sferiche del diametro di 400-500µm in prossimità del villaggio di Weng'an. Le sfere, omogenee come morfologia, mostrano stadi di divisione cellulare in due, quattro, otto e così via secondo la sequenza esponenziale tipica della divisione cellulare. Queste forme sono state considerate come embrioni fossili, una vera rarità, anche non si sa a che tipo di organismo esse possano essere appartenute. Ed è stato appuno partendo da questi eccezzionali ritrovamenti che ki scienziati hanno cominciato ad esplorare e indagando sono giunti fra l'altro a questa scoperta


giovedì 28 gennaio 2010

Prima planare poi...volare


Il Microraptor gui era un dinosauro rapace in grado di planare.

Un dinosauro rapace, il Microraptor gui, in grado di planare come un aliante, sarebbe il papà dei volatili. Questo è quanto è stato pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze Americana, Pnas, da ricercatori americani e cinesi dell'università del Kansas e della Northeastern University.
I ricercatori dopo il ritrovamento di un fossile di 'Microraptor gui' ancora in ottime condizioni, avvenuto in Cina nel 2003, hanno effettuato svariati test di volo ricostruendo questo piccolo dinosauro carnivoro. Ciò ha consentito di studiare nel dettaglio la struttura delle ali del 'Microraptor gui', vissuto nel Cretaceo inferiore in Cina (circa 130 milioni di anni fa). Il Microraptor di cui si conoscono due specie, M. zhaoianus e M. gui, è molto simile ad un qualunque dinosauro dromeosauride, ma presenta la particolarità di avere delle dimensioni molto piccole, paragonabili a quelle di un falco. Questi dinosauri, chiariscono i ricercatori, possedevano quattro ali fuoriuscivano dai fianchi e, fatto significativo, vivevano sugli alberi, anche se erano dotati di due piedini con sette dita tali da consentire la capacità di camminare al suolo .I nostri studi, osserva uno dei ricercatori interessati, David Burnham dell'università del Kansas, "ci hanno mostrato che questi dinosauri erano in grado di planare con successo". Secondo questo studio il 'Microraptor gui' assumeva una posizione essenzialmente distesa in volo, caratteristica che probabilmente gli forniva una stabilità al volo perfino superiore a quella dei Dermotteri un ordine di mammiferi placentati del sud-est asiatico, chiamati comunemente lemuri volanti.
Una scoperta , quella di questo gruppo di scienziati che mette in discussione l’idea, condivisa da molti paleontologi, che la capacità di volare si sia sviluppata da animali terrestri. Questo studio infatti evidenzierebbe che tale abilità si sia sviluppata tra gli animali arboricoli.

mercoledì 13 gennaio 2010

Theodor Schwann uno dei “padri della citologia".


Un nome forse sconosciuto ai più ma ben noto a chi si occupa di biologia e in particolare di sistema nervoso.
Duecento anni fa il 7 dicembre 1810 nasceva in Germania, allora Prussia, Theodor Schwann che è stato uno dei più illustri scienziati mondiali le cui scoperte hanno fatto compiere alla biologia ed in particolare alla medicina enormi progressi nella comprensione della fisiologia umana. Schwann è considerato, insieme a Schleiden, uno dei fondatori della moderna teoria cellulare. Nel 1836 fu il primo ad asserire che il fenomeno della fermentazione fosse dovuto all’azione di microrganismi, Schwann venne osteggiato e ridicolizzato in particolare da Liebig la cui teoria era in opposizione con quella proposta da Schwann e Schleiden. In seguito all’accanimento dei colleghi, Schwann fu costretto ad emigrare dalla Germania, che gli precludeva l’accesso a tutte le Università e trovò riparo in Belgio. La sua opera di generalizzazione costituisce il principio della moderna istologia, e in seguito guidò la patologia a fondarsi su concrete basi scientifiche.
All’interno di ciascuno di noi si trovano importanti cellule del sistema nervoso periferico senza le quali saremmo affetti da gravi malattie tali cellule portano il nome del loro scopritore e si chiamano appunto cellule di Schwann. Queste cellule hanno la responsabilità di potenziare la velocità di conduzione dell’impulso nervoso lungo gli assoni delle cellule nervose. Le cellule di Schwann si avvolgono numerose volte i attorno agli assoni dei neuroni come fossero dei manicotti e poiché contengono la mielina producono la nota guaina mielinica che conferisce la colorazione biancastra ai neuroni che riveste. Lo strato di mielina non forma un manicotto continuo, ma si organizza in tanti manicotti separati da interruzioni dette nodi di Ranvier. Questo fatto si verifica anche perchè le dimensioni delle cellule di Schwann sono molto minori di quelle degli assoni delle cellule nervose, alcuni dei quali raggiungono il metro di lunghezza. Il segmento di fibra compreso fra due nodi di Ranvier successivi si dice internodo o segmento internodale, esso è occupato da una sola cellula di Schwann
La mielina si comporta come un nastro isolante che si presenta cadenzato lungo tutto il percorso dell’impulso; questa particolare condizione ad intermittenza determina un andamento dell’impulso nervoso particolarmente veloce. La conduzione dell’impulso, infatti, invece di procedere in modo lineare “salta” da un nodo all’altro, risultando meno dispendiosa sul piano energetico e molto più veloce. Raffrontando la velocità di conduzione di un impulso nervoso delle fibre nervose senza mielina dette perciò amieliniche con quelle mieliniche si passa da una velocità massima da 10 m al secondo delle fibre senza mielina a 150 metri al secondo negli assoni di tipo A delle fibre mieliniche.
Ed è proprio ad alterazioni della mielina che sono legate malattie, che oggi sono al centro di grandi sforzi nel campo della ricerca per fare alcuni esempi: la sclerosi multipla o le leucodistrofie. Nel primo caso si parla di malattie demielinizzanti in cui la mielina è progressivamente distrutta per cui l’impulso nervoso viene rallentato nel secondo si parla invece di malattie congenite, quindi genetiche, dette dismielinizzanti e riguardano un’alterazione del metabolismo o della sintesi della mielina.
Negli ultimi anni si stanno facendo imponenti progressi nella ricerca in particolare attraverso l’uso delle cellule staminali nella prospettiva che queste, raggiunte le parti danneggiate, si trasformino in cellule produttrici la mielina o cellule di rivestimento.