Ci saranno oltre 200 punti di incontro on piazze e centri commerciali sparsi in tutta l’Italia dove decine di volontari distribuiranno materiale informativo sulla sindrome di Down e offriranno una tavoletta/messaggio di cioccolato (realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale) in cambio di un contributo per aiutare i progetti delle 80 associazioni che fanno riferimento al CoorDown.
L’obiettivo focalizzato quest’anno è quello dell’integrazione scolastica degli alunni con sindrome di Down, infatti, l’ informazione pubblicitaria, che vede come sponsor di eccezione Veronica Pivetti recita questo messaggio:
quando la scuola è senza barriere
quando la scuola aiuta a crescere
quando la scuola ha le competenze e i sostegni necessari
anche per gli alunni con la sindrome di Down
allora sì che la scuola è completa!

La sindrome di Down è una condizione genetica tale per cui chi ne è portatore presenta un cromosoma in più, nel nucleo delle cellule di queste persone invece dei normali 46 cromosomi ne sono presenti 47, vi è cioè un cromosoma n. 21 in più. Per questo motivo la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21. Nel 98% dei casi la sindrome di Down non è ereditaria. Esistono tre tipi di anomalie cromosomiche nella sindrome di Down che hanno però lo stesso effetto:
1. la Trisomia 21 libera completa (95% dei casi) in tutte le cellule dell’organismo vi sono tre cromosomi 21 invece di due.
2. la Trisomia 21 libera in mosaicismo (2% dei casi) nell’organismo della persona con la sindrome sono presenti sia cellule normali con 46 cromosomi sia cellule con 47 cromosomi.
3. la Trisomia 21 da traslocazione (3% dei casi) unico tipo di Trisomia che può essere ereditaria.
Età Materna Incidenza
inferiore a 30 anni 1 su 500
30 - 34 anni 1 su 580
35 - 39 anni 1 su 280
40 - 44 anni 1 su 70
oltre 45 anni 1 su 38
Non sono state individuate le cause esatte che chiariscano l’insorgenza della sindrome di Down sono ancora sconosciute, tuttavia svariate indagini hanno comunque messo in evidenza che il rischio aumenta con l’aumentare dell’età materna:
Anche se il rischio sale con l’avanzare dell’età materna, questo non elimina la possibilità che nascano bambini con sindrome di Down anche da donne giovani, ma una donna più anziana ha maggiori probabilità. L’altro fattore di rischio dimostrato è avere avuto un precedente figlio con la sindrome di Down. La sindrome di Down può essere diagnosticata anche prima della nascita intorno alla 16° - 18° settimana di gestazione con l’amniocentesi o tra la 12° e la 13° settimana con la villocentesi. Alcune indicazioni utili possono venire anche dal Tri-test che è un esame del sangue materno eseguito tra la 15° e la 20° settimana di età gestazionale per dosare tre sostanze particolari.La sindrome di Down deve il suo nome al medico britannico John Langdon Down (Torpoint, 18 novembre 1828 – Normansfield, Hampton Wick, Inghilterra, 7 ottobre 1896) Down, all'età di 18 anni si recò a Londra per studiare medicina , ottenuta la laurea i suoi sforzi si indirizzarono nel classificare la malattia I suoi risultati sono stati basati su misurazioni del diametro della testa e del palato dei pazienti nochè con altre osservazioni supportate dall'uso delle fotografie. Egli fu un pionere delle fotografie cliniche nella storia della medicina. Fondò una casa di cura in Normansfield che oggi ha una fama internazionale e solo recentemente l'importanza di questo gentilissimo medico è stata riconosciuta a livello mondiale.
Nel 1961 un gruppo di genetisti scrisse al Lancet proponendo quattro termini per la descrizione della malattia e l'editore scelse il nome "Sindrome di Down". L'OMS più tardi l'approvò.
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