fotografia banner tratta da quella di Stefano Petitti

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giovedì 21 ottobre 2010

Biodiversita': facciamo i conti!

Dal 18 al 29 ottobre 2010 a Nagoya (Giappone) c'è la Conferenza delle Nazioni Unite sulla diversità biologica.
 I rappresentanti dei 192 stati che aderiscono alla Convention on Biologica Diversity si stanno confrontando per trovare un accordo comune su 20 mete riconducibili a tre obiettivi fondamentali. Il fine è quello di realizzare, nel prossimo decennio, un rallentamento se non un vero e proprio blocco della continua diminuzione di biodiversità sulla terra. Tali obiettivi possono essere riassunti in questo modo.


1. Definire un piano d’azione per i prossimi 10 anni (la prossima conferenza sul tema ci sarà nel 2020).

2. Stabilire le fonti e l’entità dei finanziamenti.

3. Concretizzare un protocollo per un’equa spartizione delle risorse naturali.

Ryu Matsumoto, ministro dell’Ambiente giapponese, ha ricordato che gli obbiettivi proposti dalla Conferenza nel 2002 per il 2010 non sono stati raggiunti e che il tasso di estinzione delle specie oggi sta avvenendo 1000 volte più velocemente del tasso naturale.

Poiché le difficoltà negli accordi sono legate principalmente ad interessi di tipo economico, a Nagoya sarà presentato un nuovo meccanismo di compensazione del danno alla biodiversità. Questa iniziativa è del Bbop, Business and Biodiversity Offsets Program, e si basa su un sistema dove le compagnie private dovranno "compensare"  la perdita di biodiversità in un’area attraverso lo sviluppo di investimenti nella tutela della diversità biologica in altre aree. Questo principio di compensazione per il danno alla biodiversità sarà incorporato nei criteri di prestito di istituti come International Finance Corp, un’organizzazione della World Bank coinvolgendo così anche il mondo finanziario.
Il valore monetario della natura è ben sottolineato da una relazione : 'The Economics of Ecosystems and Biodiversity' (Teeb) ; questo è il nome del rapporto presentato alla conferenza ONU in cui vengono riportati alcuni esempi di come la natura sia alla base delle attività umane. Per fare un esempio in Australia sono stati piantati 400.000 alberi per normalizzare il microclima, far calare l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria a livello urbano, abbattendo i costi energetici derivanti dal condizionamento dell’aria dell’incremento di CO2. I benefici prodotti ammonterebbero a una cifra tra i 20 ed i 67 milioni di dollari per il periodo
2008-2012.
Anche le barriere coralline sono state monetizzate e sebbene coprano solo l’1.2% delle aree marine porterebbero all’uomo un valore stimato tra 30 ed i 172 miliardi di dollari infatti circa 30 milioni di persone nelle comunità costiere ed insulari dipendono dalle risorse che provengono dalle barriere coralline Altro esempio di organismi di “valore” è rappresentato dagli insetti impollinatori il cui lavoro nelle coltivazioni di tutto il mondo varrebbe fino a 214 miliardi di dollari.

Il responsabile dello studio TEEB, Pavan Sukhdev, ha affermato: “Sebbene gli ecosistemi e la biodiversità abbiano un enorme valore economico per la società, questo non è percepito e tale mancanza di visibilità economica è una delle cause principali della loro allarmante perdita. La dotazione di risorse naturali, o patrimonio naturale, è altrettanto importante delle risorse create dall’uomo, cioè il patrimonio materiale. Riconoscere e rimunerare il valore dei benefici che la società trae dal capitale naturale deve diventare una priorità politica”

.Un punto di vista nuovo che se da una parte può indurre qualche perplessità contiene certamente un fondo essenziale di veridicità e guarda al problema da un angolazione diversa. In pratica l’idea è quella di spostare l’attenzione dei politici e del mondo economico e finanziario su quello che oggi pare muovere ogni cosa ...il buon senso ? no il portafoglio!

venerdì 1 ottobre 2010

Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down

Domenica 10 ottobre, sarà la Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down, organizzata dal CoorDown - Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down Onlus sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.


Ci saranno oltre 200 punti di incontro on piazze e centri commerciali sparsi in tutta l’Italia dove decine di volontari distribuiranno materiale informativo sulla sindrome di Down e offriranno una tavoletta/messaggio di cioccolato (realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale) in cambio di un contributo per aiutare i progetti delle 80 associazioni che fanno riferimento al CoorDown.

L’obiettivo focalizzato quest’anno è quello dell’integrazione scolastica degli alunni con sindrome di Down, infatti, l’ informazione pubblicitaria, che vede come sponsor di eccezione Veronica Pivetti recita questo messaggio:

quando la scuola è senza barriere

quando la scuola aiuta a crescere

quando la scuola ha le competenze e i sostegni necessari

anche per gli alunni con la sindrome di Down

allora sì che la scuola è completa!

Questa giornata Nazionale intense sensibilizzare l’opinione pubblica per produrre una nuova cultura che superi luoghi comuni che ancora accostano le persone con sindrome di Down. Oggi infatti sono molte le persone con sindrome di Down inserite attivamente nella società : persone che lavorano, guidano, studiano, guidano e vivono autonomamente. Attualmente in Italia 1 bambino su 1000 nasce con questa condizione.

La sindrome di Down è una condizione genetica tale per cui chi ne è portatore presenta un cromosoma in più, nel nucleo delle cellule di queste persone invece dei normali 46 cromosomi ne sono presenti 47, vi è cioè un cromosoma n. 21 in più. Per questo motivo la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21. Nel 98% dei casi la sindrome di Down non è ereditaria. Esistono tre tipi di anomalie cromosomiche nella sindrome di Down che hanno però lo stesso effetto:

1. la Trisomia 21 libera completa (95% dei casi) in tutte le cellule dell’organismo vi sono tre cromosomi 21 invece di due.

 
2. la Trisomia 21 libera in mosaicismo (2% dei casi) nell’organismo della persona con la sindrome sono presenti sia cellule normali con 46 cromosomi sia cellule con 47 cromosomi.

3. la Trisomia 21 da traslocazione (3% dei casi) unico tipo di Trisomia che può essere ereditaria.

Età Materna Incidenza

inferiore a 30 anni 1 su 500

30 - 34 anni 1 su 580

35 - 39 anni 1 su 280

40 - 44 anni 1 su 70

oltre 45 anni 1 su 38

La conseguenza di questa alterazione cromosomica è una forma di disabilità caratterizzata da un variabile grado di ritardo nello sviluppo mentale, fisico e motorio.
Non sono state individuate le cause esatte che chiariscano l’insorgenza della sindrome di Down sono ancora sconosciute, tuttavia svariate indagini hanno comunque messo in evidenza che il rischio aumenta con l’aumentare dell’età materna:
Anche se il rischio sale con l’avanzare dell’età materna, questo non elimina la possibilità che nascano bambini con sindrome di Down anche da donne giovani, ma una donna più anziana ha maggiori probabilità. L’altro fattore di rischio dimostrato è avere avuto un precedente figlio con la sindrome di Down. La sindrome di Down può essere diagnosticata anche prima della nascita intorno alla 16° - 18° settimana di gestazione con l’amniocentesi o tra la 12° e la 13° settimana con la villocentesi. Alcune indicazioni utili possono venire anche dal Tri-test che è un esame del sangue materno eseguito tra la 15° e la 20° settimana di età gestazionale per dosare tre sostanze particolari.
La sindrome di Down deve il suo nome al medico britannico John Langdon Down (Torpoint, 18 novembre 1828 – Normansfield, Hampton Wick, Inghilterra, 7 ottobre 1896) Down,  all'età di 18 anni si recò a Londra per studiare medicina , ottenuta la laurea  i suoi sforzi si indirizzarono nel classificare la  malattia I suoi risultati sono stati basati su misurazioni del diametro della testa e del palato dei pazienti nochè con altre osservazioni supportate dall'uso delle fotografie. Egli fu un pionere delle fotografie cliniche nella storia della medicina. Fondò una casa di cura in Normansfield che oggi ha una fama internazionale e solo recentemente l'importanza di questo gentilissimo medico è stata riconosciuta a livello mondiale.
Nel 1961 un gruppo di genetisti scrisse al Lancet proponendo quattro termini per la descrizione della  malattia e l'editore scelse il nome "Sindrome di Down". L'OMS più tardi l'approvò.