La popolazione dell’India che ammonta a circa 1,2 miliardi di persone continua a dover fare i conti con il problema della pressione sulle foreste, specialmente nelle aree più popolate, nelle quali la popolazione coltiva intensamente le terre e l'eccessivo sfruttamento dei pascoli concorre al fenomeno della desertificazione.
Tuttavia, nel rispetto dell’anno internazionale delle foreste, (vedi forests for people), il governo indiano ha preparato un sistema per la riforestazione e ha avviato dei progetti che tengono sotto controllo costante la salute di piante, animali, acqua e altre risorse naturali, con particolare riguardo nei confronti degli habitat che ospitano la tigre. Dal 1940 tre sottospecie si sono già estinte La tigre reale del Bengala o indiana (Panthera tigris tigris) (L 1758) sopravvive in poco più di 4000 esemplari e i luoghi di principale diffusione e riparo sono soprattutto le foreste di mangrovie del delta del Gange. Nell’area del Sunderbans, che in sanscrito significa bellissima foresta, è la casa per circa le tigri, che vagano per 10.000 chilometri quadrati. Nel Sunderbans i ricercatori, grazie all’aiuto del WWF, stanno restaurando le foreste di mangrovie, in modo da compensare quelle perse a causa dell’innalzamento del mare e lavorano per combattere l’eventuale impatto sulle tigri.
L'India è all'avanguardia per alcune iniziative 'ecologiste' relative ad una green economy che fortunatamente si sta espandendo a livello transnazionale. Questa potenza ha puntato sulle turbine eoliche e l'industria del solare, si è spinta fino all’emanazione di norme sugli investimenti nella tutela delle risorse idriche e la gestione della terra. Attualmente è in corso un progetto per produrre energia pulita in grandi quantità, nella regione del Karnataka, che dovrebbe vedere l’attuazione nel 2012.
L’India pone cosi le basi per costruire uno sviluppo sostenibile nel rispetto dell’ambiente e di tutti i suoi abitanti uomo incluso, ma no solo.
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